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"Umidità di risalita" cos'è, cosa la causa, che danni provoca, come riconoscerla e come eliminarla o prevenirla

Esempio dei vari tipi di umidità. In ordine: condensazione superficiale, umidità di risalita, efflorescenza e subflorescenza
Esempio dei vari tipi di umidità. In ordine: condensazione superficiale, umidità di risalita, efflorescenza e subflorescenza

PRINCIPALI CAUSE DI UMIDITÀ'

Partiamo col dire che l'umidità di risalita è solamente una delle tante causa di un'umidità. Prima di tutto, quindi, occorre elencare i tipi di cause di umidità che si possono riscontrare:

1 - condensazione, l'umidità causata dalla condensazione è la principale causa di umidità all'interno di un immobile. Si manifesta principalmente quando  la quantità di vapore acqueo presente nell'aria raggiunge il livello di saturazione o la temperatura superficiale del materiale è inferiore a quella di rugiada.

Il rischio del verificarsi della condensa è aggravato da un cattivo ricircolo d'aria.

La condensazione può presentarsi secondo due modalità:

  • superficiale, che porta alla formazione di muffe;
  • interstiziale, si manifesta sull'interfaccia tra due livelli. Questo tipo di umidità si manifesta con efflorescenze, subflorescenze e modifica delle proprietà dei materiali;

2 - ponti termici, il ponte termico è quella porzione di involucro in cui la densità di flusso termico è maggiore rispetto agli elementi costruttivi circostanti.  Le cause di solito sono dovute a disomogeneità geometrica e materica e variazione dello spessore della costruzione. Per più informazioni sull'argomento leggete il nostro articolo sui ponti termici.

3 - l'umidità di risalita, è facilmente riscontrabile nei piani interrati, seminterrati e terra che presentino la maggior parte delle superfici a contatto con il terreno. L’umidità si infiltrerà nei muri e si propagherà in due modi: contatto diretto e risalita capillare.

Il principio fisico della capillarità consente all'acqua di risalire all'interno della muratura e riaffiorare in qualunque punto del locale. Nell'acqua sono disciolti dei sali minerali che reagiscono chimicamente con alcuni componenti delle murature e delle malte dando origine a inflorescenze.

4 - infiltrazioni, le infiltrazioni possono essere di due tipi:

  • umidità presente nei materiali di costruzione, è dovuta principalmente alla presenza di acqua nelle fasi di preparazione. Questa rimarrà incorporata all'interno delle murature in fase di costruzione;
  • umidità proveniente dall'esterno, si tratta di un'infiltrazione derivante da eventi atmosferici. Possono essere dovuti ad eventi accidentali, meteorici o ad assorbimento igroscopico dell’umidità esterna;

COS'È' L'UMIDITÀ' DI RISALITA, COSA LA CAUSA E CHE DANNI COMPORTA 

Si tratta di un'umidità che risale i muri perché non ben impermeabilizzati dalle acque piovane, di falda o presente per cause accidentali.

Viene provocata quindi dalla presenza di  qualsiasi tipo di acqua o umidità e attraverso i muri risale trasportando con se cristalli di sali minerali (responsabili dei danni estetici).

L'umidità di risalita è causata principalmente dalla cattiva impermeabilizzazione delle fondamenta. Molto dipende dalla porosità della muratura e dalla quantità d'acqua presente nel sottosuolo.

Il fenomeno causante è dato dallo scioglimento nell'acqua dei sali presenti nel terreno e nel materiale da costruzione, che salgono, per tramite dell'effetto capillare, fino alla superficie. Di conseguenza, nonostante l'acqua evapori, i sali permangono nell'intonaco e una volta cristallizzatisi aumentano di volume, spingendo verso l'intonaco e i materiali da costruzione. Tutto questo è causa di ambienti insalubri e seri danni relativi a degrado e indebolimento statico delle strutture.

L'umidità di risalita è il tipo di umidità più difficile da combattere, in quanto di norma si verifica nei muri prospicienti le fondazioni provocando un processo irreversibile di disfacimento degli intonaci e delle malte che legano la muratura.

Il degrado lasciato da queste fonti è generalmente imponente, distribuito omogeneamente, con poche variazioni nel tempo. I danni che usualmente causa sono i seguenti:

  • compromette la salubrità dei locali;
  • disgregamento delle malte e degli intonaci;
  • indebolimento delle strutture (instabilità dell'intera struttura nel peggiore dei casi);
  • ingiallimento della pittura;
  • distacco dell'intonaco;
  • costi energetici elevati a causa della dispersione termica;
  • aumento del tasso di umidità all'interno dell’ambiente coinvolto;
  • locali eccessivamente umidi;
  • formazione di muffe sulle superfici dei muri;
  • corrosione di elementi metallici presenti all'interno delle pareti; 
  • arredo rovinato;
  • danni alla salute;

Come già detto, la causa principale è data dalla cattiva impermeabilizzazione delle fondamenta. Inoltre, si tratta di un tipo di umidità spesso presente nelle case situate ai piani inferiori (piano terra o piano interrato). 

Si manifesta con facilità nelle abitazioni antiche proprio perché spesso presentano murature portanti a diretto contato con il terreno, e anche perché una volta le tecnologie e i materiali adottati non erano in grado di garantire un'adeguata impermeabilizzazione dal sottosuolo.  Tuttavia, non risparmia neanche le nuove, se l’impermeabilizzazione dei muri rivolti verso le fondazioni non è stato eseguita correttamente. L’umidità, inoltre, può aumentare nei mesi freddi o piovosi, a causa della mancata evaporazione.

In alcuni casi l'umidità viene trasmessa lateralmente, infatti in questo caso è il terreno su cui poggia la parete (la muratura controterra) che la trasmette. Anche in questo caso l'acqua penetra il muro e risale per via capillare.

Tipicamente è possibile riscontrarla in:

  • Abitazioni non rialzate da terra
  • Abitazioni non ventilate al piano terra
  • Abitazioni collocate a piani interrati privi di scannafosso (si tratta della creazione artificiale di un vuoto attorno alle fondazioni degli edifici utilizzato per non far aderire le stesse al terreno umido e quindi preservarle nel tempo);

La causa principale risiede nel contatto fisico col terreno. Dopotutto, un edificio è costituito principalmente da materiali lapidei quali, calcestruzzo, mattoni e simili. Questi possono assorbire e trattenere elevate quantità d'acqua. Di conseguenza, più sono esposti ad essa più l'umidità li assale. 

Se le fondazioni non sono state progettate e realizzate in modo da minimizzare il contatto col terreno, l'umidità abbonderà. Questo accade spesso poiché le fondazioni sono posizionate col terreno posto anche ai loro lati. A volte il solaio del piano terra poggia direttamente sul terreno, senza ventilazione.

L'acqua che causa l'umidità di risalita può provenire da:

  • falde freatiche
  • ristagni di acqua piovana
  • perdite di rete idriche

Come già detto, è la porosità caratteristica di ciascun materiale che caratterizza la quantità d'acqua, che si sposta al suo interno per capillarità, che assorbe. Questo fenomeno si verifica ogni volta che un liquido entra in contatto con un canale abbastanza sottile (chiamato capillare), in questo modo il fluido è in grado di risalire questi capillari raggiungendo il livello esterno, che può essere sia superiore sia inferiore a quello del liquido in base all'adesione alle pareti del canale. 

L'altezza della risalita dell'umidità dipende molto dalla quantità d'acqua che contiene il sottosuolo e dal grado di evaporazione delle superfici murarie.

Tuttavia, il tempo di risalita è contrastato dall'effetto della forza di gravità - che ne ostacola la risalita, tardandone l'effetto - e direttamente dipendente dall'esposizione all'aria del materiale soggetto al fenomeno di "evaporazione" per cui viene raggiunto un livello di equilibrio dell'acqua che risale senza arrivare all'altezza massima possibile.

Il diametro dei capillari riveste un ruolo cruciale per la risalita del liquido: ai capillari più sottili corrisponderà una maggiore risalita e viceversa.

Un altro importante fattore che concorre al fenomeno della risalita dell'acqua è la presenza di sali disciolti nell'acqua contenuta nei capillari. Come abbiamo detto sopra, quando l'acqua raggiunge la superficie ed evapora, questi sali si cristallizzano; se ciò si verifica in superficie si manifesteranno le classiche macchie bianche visibili, se si manifesta invece fra il rivestimento e il muro, la pressione dei sali cristallizzati provocherà delle spaccature, scollature, rigonfiamenti ecc.

Sfortunatamente la risalita per capillarità è un processo continuo se non fermato. I sali, data la loro natura igroscopica (cioè la capacità di assorbire l'acqua presente nell'atmosfera, dando luogo a un idrato o a un prodotto di assorbimento, con relativi cambi di dimensione, aspetto e colore), sono il vero autore del danno alle strutture. Difatti, il loro aumento o diminuzione di volume, in funzione alla maggiore o minore umidità ambientale, provoca la rottura dei capillari, causando lo sfarinamento e lo sgretolamento degli intonaci e in casi gravi perfino di mattoni, tufi e simili. 

Riescono perfino a mantenere da soli il muro sempre umido, anche se non c’è più acqua di risalita. Inoltre, è pressoché inutile cercare di nascondere queste macchie  pitturando, in quanto i sali riaffiorerebbero in breve tempo in superficie.

La localizzazione dell'umidità derivata dal sottosuolo è limitata ai piani bassi ed interrati, interessando le pareti sotto a livello del suolo ed i pavimenti del piano terra e dei locali sotterranei, risultando particolarmente critici gli angoli di unione con le pareti.

 

COME RICONOSCERE L'UMIDITÀ' DI RISALITA

Non è sempre facile individuare l'umidità di risalita, anche perché inizialmente è un fenomeno che si manifesta internamente. Inoltre, è molto lenta nella sua manifestazione perché prima di farsi vedere ad occhio nudo l'intonaco dovrà essere saturo di sali.

Ciò nonostante, una volta verificatasi manifesterà dei segni inconfondibili:

  • aloni che dal pavimento salgono verso l'alto nella parete;
  • comparsa di muffa e polvere salina (se non è presente polvere salina si tratta di un altro tipo di umidità);
  • sfarinamento degli intonaci;
  • odore di stantio;
  • una linea di demarcazione (cordone) tra la parte umida e quella asciutta, dove il tasso di umidità che risale viene pareggiato dal tasso d'evaporazione. Solitamente questa linea non oltrepassa un metro e mezzo d'altezza;
  • Pavimenti, muri e mobili a parete umidi;

E' molto importante renderci conto se siamo "realmente" in presenza di umidità di risalita o se, ad esempio, siamo in presenza di umidità da condensa. Infatti, è quest'ultima ad essere il fenomeno di umidità più comune. Ad esempio è molto frequente in edifici recenti, quindi impermeabilizzati verso il terreno, che l’umidità di risalita dal terreno venga confusa con altri fenomeni a causa delle manifestazioni simili, infatti in molti si dimenticano che i sali possono provenire anche dai materiali edili. In questi casi l’umidità di risalita non è causata da impermeabilizzazioni carenti, ma dal fenomeno di condensa che avviene alla base del muro e poi risale.

Esistono dei segnali che ci permettono di renderci conto dell'una  e dell'altra. La risposta la fornisce quasi sempre la muffa. Infatti, proprio perché si tratta di un’attività biologica che predilige acqua più pura e leggermente acida, come appunto quella condensativa, è quasi impossibile riscontrarla nell'umidità di risalita, che porta sempre con se dei sali che la disturbano o che ne inibiscono la formazione.

L'umidità di risalita forma in superficie una soluzione satura di sali minerali, con prevalenza di solfati, nitrati e cloruri, che non è compatibile con le formazioni biologiche. Difatti, i nitrati ed i cloruri vengono abbondantemente impiegati nella conservazione dei salumi e degli alimenti in generale essendo antibatterici naturali, inoltre le muffe domestiche generalmente non colonizzano sui solfati. In altri casi, piuttosto rari in realtà, la muffa può essere la conseguenza di infiltrazioni di acqua meteorica o di danni agli impianti, cioè di acqua con contenuto di sali molto basso o nullo.

Esistono dei segni che ci permettono di distinguere l'umidità di risalita da quella di condensa:

  • Le muffe domestiche sono quasi sempre nere o scure, e più raramente anche verdi e marroni;
  • I sali presenti sulle superfici sotto forma di efflorescenza sono prevalentemente bianchi, sotto forma di polvere aderente, di lanugine o di filamenti;
  • la macchia dell'umidità di risalita è uniforme, e procede dal pavimento verso l’alto;
  • il bordo della chiazza è ben definito, e di solito non supera l’altezza di un metro e mezzo;
  • la macchia persiste anche al variare delle condizioni climatiche e del tasso di umidità relativa;
Raro caso di presenza simultanea di muffa ed efflorescenza salina. I due fenomeni si sono manifestati separatamente e non sono tra loro collegati
Raro caso di presenza simultanea di muffa ed efflorescenza salina. I due fenomeni si sono manifestati separatamente e non sono tra loro collegati

COME INTERVENIRE E COME PREVENIRLA

La soluzione migliore è ovviamente quella di prevenire il verificarsi dell'umidità, eseguendo le adeguate precauzioni. Infatti, una volta verificatasi è estremamente difficile eliminarla, di conseguenza a volte ci si limita a "bloccarla" impedendole di creare danni nel breve periodo.

Partiamo prima di tutto con cosa è meglio non fare quando si riscontra la presenza dell'umidità di risalita:

  • Limitarsi a cambiare gli intonaci con materiali più porosi;
  • Nascondere il problema con prodotti coprenti. Successivamente si avranno problemi e danni maggiori;

L'eliminazione, o la riduzione, dell'umidità di risalita può essere perseguita mediante due tipologie di interventi, tra loro concettualmente differenti:

1) INTERVENTI INDIRETTI

Questi tipi di intervento non interessano la struttura, ma tendono a ridurre il rifornimento d'acqua del terreno alla struttura, migliorando contemporaneamente l'evaporazione dell'umidità della stessa struttura.

2) INTERVENTI DIRETTI

Si tratta di più interventi possibili, quali:

  • interventi chimici, consistono nel praticare lungo i muri,  orizzontalmente, dei fori con inclinazione di 12 mm di diametro, con una profondità di circa ¾ lo spessore del muro stesso e distanti 20 cm uno dall'altro. In questi fori vengono iniettate delle resine speciali siliconiche o epossidiche (sono polimeri termoindurenti con reazione a freddo) - che devono essere preventivamente stabilizzate - per mezzo di trasfusori a lenta diffusione, intercettando in questo modo tutta la sezione di muro interessata. Infine, il tutto dovrà essere necessariamente ricoperto da un intonaco macroporoso. Si tratta di uno degli interventi più completi e meno invasivi;
  • interventi meccanici, consistenti nel taglio della muratura ed il successivo inserimento di materiali, plastici o metallici inossidabili, come barriera all'umidità. Il taglio viene eseguito con una sega a muro montata su un carrello. E' molto importante che le ruote poggino su una guida che possa garantire la costanza della quota di taglio nel muro. Il taglio deve essere eseguito il più in basso possibile affinché la zona sotto il taglio resti bagnata. Viene inserita una lamina di plastica irruvidita nella fessura creata e riempita con malta. In aggiunta, si opera anche una sostituzione degli intonaci con altri macroporosi. Si tratta di una soluzione delicata e da eseguire con estrema cautela e competenza, in quanto potrebbe causare danni statici se eseguita in modo errato ed approssimativo. Inoltre, si tratta di una tecnica non applicabile ai muri controterra e vietata in zone sismiche per legge. E' una tecnica fattibile su murature in mattoni spessi non più di 50 cm. Si tratta comunque di una tecnica obsoleta oltre che illegale, infatti in Italia è espressamente vietata a causa dei danni strutturali che potrebbe comportare e al pericolo sismico del nostro paese;
  • interventi elettrosmotici, l'acqua viene rimandata nel terreno, che la trattiene, grazie all'incremento artificiale della pressione osmotica. Questo incremento viene effettuato attraverso l'applicazione di un campo elettrico maggiore ed opposto a quello naturale (350 mV per metro lineare contro i 150 mV naturali), che come detto rimanda l'acqua nel terreno che la tratterrà. Per la sua realizzazione viene preventivamente eseguita la dissalazione della parete attraverso un impianto elettrosmotico di lavaggio. Successivamente vengono inseriti degli elettrodi per tutta la larghezza del muro oggetto dell'intervento, applicando un'adeguata differenza di potenziale. L'elettrodo positivo sarà inserito nel muro (all'esterno o all'interno) alla stessa altezza della macchia. Invece, l'elettrodo negativo sarà inserito sempre nel muro (esterno o interno), ma alla quota più bassa possibile, o in alternativa nel cantinato o sotto il pavimento. Si tratta di un metodo efficace, ma che può richiedere molto tempo prima di vederne gli effetti. Il processo di asciugatura, inoltre, lascia i sali all'interno della parete. Quando questi sali solubili supereranno una determinata quantità, l’elettrosmosi risulterà inefficace e si dovrà procedere alla desalinizzazione della struttura;
  • intonaci evaporanti, è consigliabile l'applicazione come completamento o dell'intervento meccanico o di quello chimico. Non conviene effettuare solamente l'applicazione degli intonaci evaporanti perché ritarderebbero solamente il problema nel tempo, che comunque si ripresenterebbe non avendone prevenuto la causa. Si tratta dei cosiddetti  intonaci macroporosi, che riescono a far evaporare più acqua, prelevata dal muro su cui viene applicato, di quanta il muro stesso riesca a prelevarne per capillarità. Questo permette alla superficie dell'intonaco di non scurirsi a causa della presenza di acqua in attesa di evaporare. Tuttavia, quest'acqua di risalita capillare porta sempre con sé una certa percentuale di sali disciolti, originariamente presenti nel terreno e nel muro stesso. Questi sali, in funzione della loro concentrazione, prima o poi (di solito ci vuole qualche anno, ma può succedere anche in qualche mese), cristallizzano nei macroalveoli dove l'acqua evapora fino a riempirli. Da questo momento in poi, il sale depositato dall'acqua in evaporazione, passando dallo stato amorfo (a volume minore), a quello cristallino (a volume maggiore), premerà sulle pareti dell'alveolo fino alla sua disgregazione. Ciò avverrà quasi contemporaneamente in tutti gli alveoli provocando, così come di fatto avviene, il crollo repentino di intere porzioni di intonaco che presenterà sotto la superficie compatta uno strato sottostante polverizzato. Per questo motivo ne è consigliata l'applicazione come completamento di un intervento più completo. Inoltre, l'intonaco macroporoso non può essere utilizzato su pareti interne a causa della grande quantità di acqua fatta evaporare che saturerebbe velocemente l'aria dell'ambiente; 
  • decontaminazione da tutti i sali minerali solubili mediante semplice estrazione fisica, Si tratta dell'utilizzo d'impacchi per la decontaminazione di superfici in mattone o pietra, intonaci storici, pavimenti, mosaici, ecc. Questi impacchi sono composti da una pasta cremosa pura, di alta tecnologia, in ambiente acquoso, costituita solamente da fibre di purissima cellulosa e da Terre silicee diatomacee. Non contengono sodio o composti chimici. Sono caratterizzate da pH compresi tra 8,0 - 8,5. Sono spesso utilizzate nel restauro-conservazione architettonico e civile, non presentando gli svantaggi delle argille (sepiolite, attapulgite, bentonite). E' di facile applicazione, non-tossico e non-infiammabile. Sfruttano il principio della micro-capillarità, avendo una porosità interna di norma di  circa 0,3 micron, inferiore a quella della maggior parte dei materiali edili. Questo fa sì che, al contatto con il substrato, sia aspirata la soluzione salina, la quale, una volta evaporata, lascerà i sali entro l'impacco. Si potrà, quindi, rimuovere agevolmente l'impacco con i sali assorbiti, lasciando il muro asciutto e pulito. Gli svantaggi sono gli elevati costi e la competenza richiesta per la sua esecuzione, rendendolo un intervento costoso;

Per prevenirne la futura manifestazione esistono degli accorgimenti utili:

  • realizzare dei solai ventilati al piano terra, o comunque dove si manifesta il contatto con il terreno. Se il solaio, invece, è già stato realizzato e poggia direttamente sul piano terra, non resta altro da fare se non demolirlo  e successivamente poggiare degli elementi che sopraelevino il solaio, creando un intercapedine di aerazione prima della gettata del massetto su di essi. In questo modo l’aria circolerà e l’umidità sarà tagliata fuori;
  • Bonificare il sottosuolo che dovrà ospitare la costruzione;
  • Usare intonaci a base di calce e macroporosi,

Esistono tre metodi di misurazione dell'umidità in muratura, e sono tutti e tre supportati da normative tecniche Europee (UNI):

  • metodo al carburo di calcio, leggermente inquinante, lenta e faticosa per l’operatore, obsoleta ma abbastanza precisa;
  • La seconda comporta l’uso di un laboratorio non trasportabile e quindi risulta essere lentissima e costosa visto l’andirivieni del tecnico tra l’abitazione e il laboratorio di analisi;
  • La terza modalità si riferisce alla normativa UNI11085 e si tratta di misurazioni a mezzo di apparecchiature trasportabili;


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